giovedì 21 gennaio 2021

A new kid in town

Sì there is a new kid in town.
Oddio definire  Courmayeur una town, una città, è discutibile ...
Non è discutibile  invece che ci sia davvero un nuovo kid in paese.
Si è fatto/a vedere  giusto il giorno dopo l'Epifania e qualcuno l'ha notato/a, anzi l'ha letto, perchè il kid è...un blog! Un nuovo blog made in Courmayeur .
Non si sa però se il blogger sia un kid o una girl.

Sembra tuttavia tosto/a, ben motivato/a e deciso/a a guardarsi bene intorno, a dire la sua, ad esternare il suo punto di vista, ma non a quattro amici davanti ad una birra bensì, e non è così scontato, nero su bianco al seguente link:

http://pensieridacourmayeur.blogspot.com/2021/01/courmayeur-il-turismo-tra-gennaio-e.html

Che ne dite? Condividete le sue osservazioni alle decisioni in materia di sviluppo e sostegno al turismo  che l'amministrazione, via CSC , ha approvato?

In attesa di sapere chi è il kid, eccone uno d'annata: l' evergreen degli Eagles
"New kid in town"

https://www.youtube.com/watch?v=I7J9vafNdas







lunedì 5 ottobre 2020

Elezioni a Cormayeur_Pissi pissi bao bao i segreti li tengono gli angeli...

 

 

L'8 novembre a Courmayeur si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale.
Dopo neppure tre anni dall'elezione della Giunta guidata da Stefano Miserocchi, che con la lista Esprit Courmayeur nel novembre 2017 aveva vinto contro La Nuova Via guidata dall'ex sindaco Fabrizia Derriard, il 29 luglio 2020, a seguito dell' azione congiunta e contestuale del deposito delle dimissioni di quattro consiglieri di Esprit, usciti via via dalla maggioranza ( Vaglio, D'Amico, Salvato, Sarteur)  e dei quattro consiglieri di minoranza ( Derriard, Scalvino, Sottile, Savoye) come previsto  dall' art 70 LR  54 del 7 dicembre 1998   comma 6 : cessazione dalla carica per dimissioni contestuali, ovvero rese anche con atti separati purché contemporaneamente presentati al protocollo dell'ente, della maggioranza dei componenti assegnati al Consiglio. il Consiglio comunale è sciolto.
Atto assolutamente legittimo ma non necessariamente apprezzato dagli elettori di Esprit che con costernazione hanno assistito "all'entente cordiale" tra parti già avversarie in campagna elettorale 2017,  entente che ha visto i quattro fuoriusciti offrire ai consiglieri d'opposizione  il  piatto nouvelle cuisine "Miserocchi enflongià", un piatto  così  succulento da non poter essere rimandato  in cucina
Dopo lo stupore per l'avvenuta accelelerazione di un processo che, secondo alcuni era già nei fatti e nelle dichiarazioni rese dai consiglieri ormai ex-Esprit, non sono mancate critiche e/o apprezzamenti  all'una o alle altre parti, le altri perchè, nonostante l'atto congiunto e pensato insieme, le minoranze non si sono saldate, come dimostrato dalla presentazione delle  due distinte motivazioni depositate a corredo delle loro dimissioni.
Da allora e in special modo dopo il 4 settembre quando Presidente della Regione ha firmato il decreto che fissa per l'8 novembre la data in cui si terranno le nuove elezioni, voci ed incontri si sono intensificati.
Voci nel più puro stile "Pissi pissi bao bao" perchè ancor oggi, quando mancano 5 giorni al deposito delle liste, i nomi degli eventuali  sindaci, vicesindaci , consiglieri e programmi,fatta eccezione per la lista Esprit che ricandida Stefano Miserocchi, sono un segreto custodito da Angeli ed Arcangeli come nella canzone che i meno giovani ricorderanno.
Certo i tempi ristretti non hanno forse aiutato  a  mettere in atto modalità differenti per la costruzione delle liste, modalità più aperte e partecipate, con le quali chi fa da pivot comunica che chi fosse interessato a dare la propria disponibilità può partecipare agli incontri che si terranno il giono tale nel luogo tale.O forse più semplicemente una modalità simile non è nelle corde di chi si candida a fare "il bene del paese".
E' prevalsa quindi  la modalità "busso porta a porta" secondo una  presunta appartenenza tutta da verificare.Già le appartenenze! Perchè la vulgata è che  si costruiranno liste civiche, poi però non manca l'occhiata  al livello regionale e all'esito ancora incerto della  composizione della nuova maggioranza che si installerà a Palazzo Deffeyes.
Così secondo quanto riportato da alcune testate locali potremmo poter scegliere addirittura tra quattro liste: quanta grazia Sant'Antonio! Secondo i pissi pissi bao bao invece "gna fanno!" e se va bene ne avremo due o forse persino solo una, come accaduto in altri 44 comuni valdostani andati al voto 2 settimane fa. Saranno liste coese, civiche ma con un orizzonte anche ideale comune? O si scioglieranno come neve al sole?
Sabato il vento spazzerà i segreti custoditi da Angeli ed Arcangeli, capiremo chi è capo, chi è luogotenente e chi è semplice soldato,  nel frattempo accontentiamoci di ascoltare la simpatica canzone  anni '60.

https://www.youtube.com/watch?v=yvbUgg5jzyU



Il ragno_parte seconda




 Son passati ormai ben 4 anni dalla comparsa, in centro a Courmayeur del gigantesco ragno di cui si è dato  conto nel post precedente
 Si era allora in attesa che il Consiglio Comunale discutesse l'interpellanza presentata in data 10 agosto 2016 dal Gruppo consiliare di minoranza, "Guardiamo Avanti",  interpellanza che chiedeva al Sindaco:
"quale fosse il cronoprogramma dei lavori, quali le eventuali penali se non fossero stati rispettati i tempi previsti, che tipo di copertura era  stata scelta, se era   stata indetta una gara per il suo acquisto e quando sarebbe stata installata, se la struttura potesse essere  fruibile per le manifestazioni estive o se al contrario fosse vera la voce che fossero state spostate in altra sede".


Dalla lettura dell'interpellanza emerge  che i consiglieri di minoranza erano  totalmente all'oscuro del progetto così come lo era la cittadinanza.
A metà agosto i lavori non erano  ancora finiti ma con stupore dei passanti  una strana struttura tubolare stava prendendo forma: un ragno gigante, sproporzionato.
Uno stupore che non tardava  a trasformarsi in aperta contestazione sia da parte di residenti che di habitués del paese.




L'articolo de la Vallée riporta l'esternazione del vice presidente del FAI, Marco Magnifico,  che non esita a definire quest'opera " Un imbroglio. Chi ha studiato questa nuova versione del Jardin de l'Ange è stato presuntuoso, arrogante ed anche incolto.Perchè le Jardin de l'Ange all'origine era un giardino di tigli e questa struttura di tende con i tigli e con i giardini non ha nulla a che fare....la volumetria di quest'opera è un affronto per Courmayeur perchè nonostante l'abominio del condominio Brenta il centro di Courmayeur ha comunque un suo stile e questa nuova versione del jardin ne disintegra l'armonia...A nessuna amministrazione dev'essere data la libertà di rompere in questo modo la bellezza di un paese".
L'articolo riprende anche il tranchant  "ha un senso?" postato sul suo profilo Facebook da  Cesare Bieller che, nell'ormai ex Jardin, ha presentato per alcuni anni il suo apprezzatissimo ( ed ora rimpianto) Festival delle Nuove Vie, a cui si aggiuneva il giudizio negativo espresso dal consigliere di maggioranza Stefano Campese che dichiarava che  per un progetto di tal genere la scelta avrebbe dovuto essere  essere il più condivisa possibile e non decisa e scelta da tre o quattro persone.

Anche l'Oca del Villaggio si esprimeva con l'invio di  una lettera, poi pubblicata, a La Stampa



 
Sollecitati da numerosi residenti i consiglieri di minoranza il 12 ottobre presentano una nuova interpellanza con la quale chiedono
quali e quante sono le imprese che hanno lavorato alla manutenzione straordinaria della Piazza* de l'Ange
in quale data sono terminati i lavori
quali sono le penali applicate per il ritardo nella data della conclusione dei lavori fissata al 25/07/2016
quali saranno i cost da sostenere per montare e smontare i teli di copertura
se lo spigolo della struttura che sborda in vicolo Dolonne non rappresenti un pericolo

Il 2 dicembre,  ad opera ormai completata e interpellanza purtroppo non ancora  discussa in consiglio comunale, il consigliere Paolo Corio presenta questa  mozione





Purtroppo causa una brutta caduta il consigliere Corio non può  partecipare al successivo consiglio cosicchè la mozione slitta e viene discussa il  2 febbraio 2017 e con voti 8 voti contrari ( Campese, Clavel, Derriard, Liporace, Quagliolo, Salerno, Sottile ) 1 astenuto ( Casi) 3 favorevoli ( Corio, Gex; Roveyaz) la mozione viene respinta.
Sono presenti gli assessori Cortese, Ghuichardaz e Scalvino.

Qui  l'atto:


 

 

Dunque per la maggioranza tout va bien, con buona pace di chi, anche tra i consiglieri di maggioranza, aveva rilevato la mancanza di partecipazione e condivisione della popolazione nella  scelta di un progetto il cui aspetto  architettonico è di grande rilevanza essendo il complesso "Jardin de l'Ange" situato nel cuore di Courmayeur.
Ma in questi quattro anni cosa è accaduto al ragno?
Se interessati passate al post il ragno di Courmayeur_parte terza"




















lunedì 12 marzo 2018

Eravamo quattro bambine a Dolonne




  







Eravamo quattro bambine a Dolonne, quando le bambine venivano ancora vestite da bambine, con abiti cuciti da zie e mamme e che quel giorno ci avevano messo perché un monsè ci avrebbe fotografate.

Davanti, fiere delle loro bambole,
Maria Rey ed Eleonora Gex
Dietro, Chicca Rey ed io.




Sorridevamo contente davanti alla vetrina di generi alimentari della famiglia Rey, aperto appena qualche anno prima grazie all'intuizione della signora Elisa: il turismo aumentava di anno in anno e un altro negozio avrebbe lavorato tanto quanto se non di più di quello che c'era già in mezzo a Dolonne.
Per noi bambini quella vetrina era una finestra su un mondo immaginario dove venivano prodotti i nostri oggetti del desiderio: soprattutto caramelle, gelati e una crema in vaschetta al cioccolato e nocciole che allora non si chiamava ancora Nutella.


Dolonne già in quell'anno non era più il piccolo villaggio, raffigurato in questa cartolina dei primi anni del '900, armoniosamente allungato sulla cresta della morena laterale del ghiacciaio Balteo quando, solo l'edificio, in primo piano addossato al ponte sulla Dora Baltea, lo stabilimento idroterapico Tavernier, segnalava la presenza di turisti, anzi no, di villeggianti.

Costruito nel 1883 proprio nel punto in cui sgorgava la sorgente nota, sin dal 1680, con il nome di Jean Baptiste in onore della principessa Maria Giovanna Battista di Savoia, e le sue acque, così come quelle ferruginose de La Vittorie e solforose de La Saxe, avevano attirato, durante tutta la Belle Epoque, aristocratici e nuovi ricchi.


Ma era principalmente, il nostro capoluogo, Courmayeur, a beneficiare dei positivi effetti economici del turismo. Le frazioni ne erano toccate ancora solo marginalmente e Dolonne così come Entrèves, il Villair e La Saxe, era ancora un villaggio rurale, soprattutto in inverno, con i turisti in città, nessuna auto e le mucche nelle stalle.



Erano infatti ancora ben presenti alcuni elementi della nostra identità contadino-montanara:molti i fienili, ancora attiva una coloche di pecore e tante le famiglie che allevavano mucche da latte che, d'inverno, veniva conferito alla latteria consortile dove se, all'uscita dalla scuola, passavi, poteva accadere che il casaro, immerso il braccio nella grande caldaia del latte pronto a trasformarsi in toma, ti offrisse un pugno di caldo e delizioso "prei".


Non più di moda "passare le acque", lo stabilimento Tavernier, diventato  hotel nel 1923, da allora di decennio in decennio, declassato era diventato l'Albergo Stella d'Oro ma non era più l'unica struttura ricettiva della frazione, altre pensioni erano state costruite: La Sorgente, Villa Maria, la Pensione delle Alpi, la Pensione Dora  ma, tutte prive di riscaldamento centralizzato, erano aperte solo d'estate.

Gli sport invernali non erano ancora un fenomeno di massa, pochi gli impianti sciistici e da poco terminata la costruzione della Funivia del Monte Bianco, la stagione invernale sarebbe decollata solo a partire dagli anni 70 e con il suo affermarsi l'identità di Dolonne sarebbe cambiata per sempre.


Ne eravamo consapevoli?
Anche noi bambine ci accorgevamo che di estate in estate sempre più villeggianti e persino turisti arrivavano a Dolonne ed i due negozi avevano molti più prodotti e, sul coperchio del frigo a pozzetto dei gelati, c'erano persino dei quotidiani.
Erano gioiose e spensierate quelle estati segnate da nuove ed interessanti compagne di gioco: le bambine di città che, allora, con le loro mamme non impegnate nel lavoro, trascorrevano tutta l'estate in montagna.

Che qualcosa stesse cambiando, non l'avremmo saputo spiegare: eravamo troppo piccole ma, inconsciamente, anche noi lo intuivamo
Il miracolo economico italiano era nell'aria e  noi ne respiravamo il profumo.

L'odore sarebbe arrivato molti, molti anni dopo.

La città stava salendo in montagna
Noi la stavamo aspettando a braccia aperte.









domenica 11 settembre 2016

A Courmayeur è comparso un ragno gigante ed è scomparso un Jardin (per tacer di uno chalet) .



L'Hotel Ange come veniva raffigurato, poco verosimilmente, nelle cartoline dei primi anni del  XX secolo


A Courmayeur, in via Roma, nel pieno centro del paese, l'area antistante gli Hotel de l'Ange e Ferrato (già Gay) è stata per decenni nota con l'appellativo di "Jardin de l'Ange", il giardino dell'omonimo Hotel;al suo interno era stato costruito uno chalet in legno dove gli ospiti estivi, ancora fino agli anni 50, potevano prendere il the ed anche danzare o ascoltare musica. Era l'orgoglio dei Fratelli Peraldo, i proprietari dell'albergo che lo tenevano in gran conto.  Delimitato da una semplice recinzione in legno e alberato rimaneva a livello strada su via Roma mentre si presentava (e si presenta ancora), rialzato da un terrapieno sugli altri lati.


Questa foto tratta da una cartolina degli anni
1960-70, mostra parte del Jardin, recintato ed alberato,  come si presentava quando l'Hotel Ange era ancora aperto.







Poi come avviene nella vita, i proprietari sono invecchiati e  l'Hotel (uno tra i maggiori complessi alberghieri della Valdigne) chiuso e poi venduto.
Il sindaco Renzo Truchet durante il suo mandato (1980-1990)  riesce ad acquisire alcune sue pertinenze: il bel jardin potager di via Marconi (dalle successive amministrazioni trasformato in posteggio auto, poi in garage multi-piano e quindi venduto), la lavanderia ed le Jardin vero e proprio.



Dopo l'acquisizione, il sindaco  Albert Tamietto, nei primi anni 90, considerate le pessime condizioni in cui versava ormai lo chalet, stato rilevabile anche dalla foto a fianco tratta da La Tzapletta (n. 1), lancia un concorso di idee per la valorizzazione del complesso del Jardin, con la prescrizione di includere nel progetto uno spazio da destinare alla Biblioteca Comunale, all'epoca alloggiata in una sede precaria.
La scelta cade sul progetto a firma degli architetti Vecchi e Castelnuovo.

Spiega l'arch. Castelnuovo sullo stesso numero  de La Tzapletta:
"l'invito a partecipare era stato trasmesso ai più noti professionisti locali, ma la partecipazione era aperta a tutti i progettisti interessati.Inoltre alla consegna degli elaborati, l'Amministrazione ha deciso di esporli al pubblico, di recepirne i commenti e di far illustrare i progetti dai professionisti in un'assemblea pubblica."




I progettisti ripropongono un nuovo chalet che però riprende, con scrupolo, gli stilemi del vecchio, e una nuova recinzione semplice ed in legno come d'uso in montagna, in modo tale da non alterare troppo lo spirito del luogo. 
Questa foto riferibile agli anni 90 mostra le jardin dopo
la ristrutturazione avvenuta in quegli anni .














I lavori comportano lo sbancamento del terrapieno del Jardin, intervento necessario per la creazione  di un piano seminterrato, in cui recuperare i locali per la biblioteca, e di un tunnel di collegamento con i futuri garages interrati dell'Hotel, entrambi con accesso da via Mario Puchoz.
Qui nella foto, lo chalet lato ovest così come appare oggi.








Lo chalet, che può ospitare fino a 90 persone a sedere ed è dotato di un impianto audio-video, viene destinato a spazio pubblico in cui allestire   manifestazioni ed incontri culturali.
                          Ha una volumetria maggiore di quella del vecchio chalet, ma ne riproduce  la struttura con le capriate a vista.








 


Negli anni successivi, il sindaco Ino Cosson procede alla definizione  del "do ut des" tra il Comune di Courmayeur e la società immobiliare che, nel frattempo, aveva acquisito l'intero comparto dell'Hotel Ange, essendosi l'Amministrazione Regionale, al dire da alcuni attori di allora, dimostrata indifferente se non ostile, alla sua acquisizione al patrimonio pubblico.
I nuovi proprietari, procedono alla completa ristrutturazione dell'Hotel che cambia destinazione d'uso e viene trasformato in appartamenti e in esercizi commerciali, mentre la piazzetta antistante l'albergo, demolito il suo muretto di recinzione, diviene area  d'invito ai bar ed ai negozi, aperta anche ai passanti. Nel corso di questi lavori viene sistemata anche l'area pubblica del jardin antistante lo chalet, vengono tagliati altri alberi, pavimentata la superficie e viene eliminata la recinzione su Via Roma per facilitarne l'accesso.
Le jardin di fatto non c'è più, a ricordo della sua presenza è rimasto un solo albero.

Nel 2005, sindaco Romano Blua, inaugura, nel seminterrato del Jardin,(mai trasformato in Biblioteca Comunale), il Museo Transfrontaliero del Monte Bianco, frutto di un proposito  condiviso dalle ammistrazioni di Courmayeur e Chamonix nell’ambito del Progetto Interreg (ALCOTRA – Unione Europea) n. 27 “Museo Transfrontaliero del Monte Bianco".
                                                                                                                                                                                                                                                                           
                                                                                                                                                                                         
Sul finire degli anni 90 e fino ad inizio estate 2016, nell'area antistante ha trovato posto una tensostruttura di dimensioni contenute, leggera e di lieve impatto sia sullo chalet che sul panorama circostante.
(credits foto:aostavalleyconvention)










In qs foto si vede ancora l'albero nel suo pieno rigoglio
(credits: courmayeurmontblanc.it)












Un'istantanea scattata durante le feste natalizie
(credits gomypass)



L'inverno scorso lo chalet e la sua piazzetta  è stata affittata dal CSCs.r.l-Centro Servizi Courmayeur- la società in house del comune - alla Maserati che ne ha fatto la sua vetrina, il suo lounge.
Non ha qundi ospitato alcun evento sia culturale nè sociale.
L'allestimento non ha osato mortificare lo chalet che anzi, contribuisce a dar fascino al marchio.
Il Mont Chétif, dietro, sembra volerlo abbracciare.

Qui a fianco un'altra immagine con l'auto in primo piano; sullo sfondo si stagliano il Mont Crammont e Cresta Arp.
C'è ancora, in abito invernale, l'albero, testimone sopravvissuto del fu  Jardin de l'Ange.



Ma, chi ha  pensato che, terminato l'inverno, giunto a termine il contratto con la Maserati, la piazzetta avrebbe ripreso l'aspetto che aveva negli ultimi anni, si sbagliava, perché,  per lei, l'Amministrazione Comunale ha  in serbo ben altro: un nuovo look, ecchediamine! Occorre ben mettersi al passo coi tempi, no? Un luogo non può apparire sobrio ed elegante deve avere un forte impatto visivo e che importa se impatta sul panorama dei magnifici monti intorno! Tourisme obblige!
Così tra maggio e giugno 2016 con due successive delibere  il sindaco Fabrizia Derriard in accordo con la sua giunta-senza condividere la decisione con il consiglio, senza dar risposta ad una interpellanza del consigliere Paolo Corio sulla copertura del Jardin e senza presentare il progetto alla popolazione come aveva invece fatto per la prima importante trasformazione dell'area, il sindaco Albert Tamietto-delibera di procedere  ad una manutenzione straordinaria e di riqualificazione della piazzetta, consistente in lavori suddivisi in 4 lotti, tre dei quali affidati al CSC (1-2-4), il cui costo complessivo è stimato, al momento intorno ai 600.000 euro
  • Lotto 1: fornitura e montaggio copertura carpenteria metallica
  • Lotto 2: contro facciata e forniture tecnologiche, Ledwall,accessori mobili 
  • Lotto 3: lavori rifacimento piazza livello zero
  • Lotto 4: fornitura tribune mobili  
Acquisiti tutti pareri tecnici e legali necessari, tra i quali quello della commissaria esperta in materia di tutela del paesaggio a fine maggio iniziano i lavori.

Qui di seguito le varie fasi  della "riqualificazione".

                         Lo chalet ancora visibile prima di essere nascosto dalla controfacciata
                                                       (foto dal web credits D Pietro)


L'interno dello chalet, chiuso e non visibile dalle finestre schermate a specchio, come si presenta ora?

Foto ripresa dal web
work in progress credits D Pietro

 
















                             




La nuova piazzetta, senza che siano stati completati i lavori, è stata utilizzata il 4 settembre in occasione della manifestazione enogastronomica Lo Matzon

                                     
         Dopo 5 giorni di lavoro la membrana a copertura della struttura è sistemata, la piazzetta è completamente coperta






I commenti su quest'opera intanto aumentano di giorno in giorno, sia su fb, dove un noto cromeioren, creatore di uno dei più seguiti ed apprezzati eventi culturali estivi, s'è chiesto in un post sul suo seguitissimi profilo:  " HA UN SENSO?", sia nei discorsi delle persone che con perplessità si chiedono quanto costerà mettere e togliere ad ogni fine ed inizio stagione la copertura, se la scelta dei pochi decisori si sia basata solo sul rendering e non abbia tenuto conto delle reali dimensioni della struttura metallica che irrompe pesantemente sulla via e sul panorama  ed ancora come sia possibile che il comune cittadino non possa modificare la facciata della sua casa e l'amministrazione pubblica abbia mano così libera. 
Domani, lunedì 12 settembre, c'è consiglio comunale e, tra i punti all'ordine del giorno, c'è anche quello sull'interpellanza che fece a suo tempo il consigliere di minoranza, Paolo Corio.
Chissà se il sindaco darà, finalmente qualche spiegazione e qualche informazione sul perchè e sui costi di questa opera, a giudizio di molti, non particolarmente necessaria, non più certamente delle opere di risanamento di acquedotto e fognature che quest'estate ci hanno regalato odori non propriamente turistici!